Venerdì 14 ottobre 2016, per la rubrica “Centenari illustri”, Giovanni dal Covolo presenterà la relazione Cervantes e il Don Chisciotte: il primo romanzo moderno presso la Sala Tremaglia del teatro Donizetti Piazza Cavour, 15 (Bergamo) alle 17.30. Nel quinto centenario dalla morte di M. Cervantes (1547-1616), leggeremo nei seguenti aspetti il “Don Chisciotte”, con le sue luci e ombre, il primo “romanzo moderno”, tra il sermo neolatino dell’Ariosto e l’icona bizantina di El Greco.
1) L’aura fantastica che felicemente avvolgeva i personaggi ariosteschi si dissolve quando lo scrittore moderno si interroga sulla “verità” sul loro esistere e sul loro operare.
2) Gli eventi storici vissuti dallo scrittore, dalla battaglia di Lepanto del 1571 alla sconfitta dell’ “Invincibile Armada” nel 1588, contribuiscono a spiegare le inedite caratteristiche del nuovo personaggio.
3) “Don Chisciotte” è l’ “antieroe” dell’età degli affari.
4) Le prime due “uscite” dalla Mancia e la pluralità delle voci nella polifonia del racconto.
5) La “Seconda Parte” e la narrazione della terza “uscita”: il vero Don Chisciotte.
6) Le stravaganti avventure cavalleresche dell’idalgo devono trovare giustificazione con l’inevitabile approssimarsi della sua morte: il conflitto delle interpretazioni.
7) Cervantes aveva definito l’ “Orlando furioso” poema cristiano: la teologia del “ludico” alla luce del Rinascimento cristiano di Erasmo negli anni d’oro della “corte” estense.
8) La semiologia del ‘900 rilegge il “Don Chisciotte” accostandolo alla letteratura religiosa del Siglo de oro.
9) L’ambivalenza della verità nel “dialogo” tra Don Chisciotte e Sancio
10) Il diverso significato attribuito alla “pazzia” nella transizione dal “Rinascimento” italiano al “Siglo de oro” iberico.
11) La società moderna man mano passa dalla scoperta alla conquista dimentica l’equilibrio della “Stultitia”lodata da Erasmo quale figlia di Pluto e di Giovinezza.
12) Il “Siglo de oro” iberico trascende l’ “Umanesimo” toscano, illuminandosi con l’iconologia greco-bizantina di Domenico Theotocopoulos (Candia 1541-Toledo 1614).
13) La delusione di El Greco verso l’Occidente: Venezia alleata con la Francia invoca con Paolo Sarpi l’anticrociata promossa da Istambul.
14) Nell’altro stremo d’Europa Domenico trova l’etterna luce che Dante ravennate aveva raggiunto col suo altro viaggio nell’ “Empireo”.
15) Alla solarità del Rinascimento italiano illuminato dalla liberatrice pazzia ariostesca è succeduto il “Siglo de oro” nel quale luce e tenebre drammaticamente coabitano, emblematicamente compresenti nella stessa corte estense frequentata dal Tasso, agitato da una pazzia moderna che sul buio della detenzione schiude una vertiginosa visionarietà effusa in musica.